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Tono di voce, tipologie tra cui scegliere

Sul tono di voce ho già scritto diversi post (per esempio questo) e tu penserai: uffa, ancora a tartassare con questo argomento?

Ehm, sì 😛. Ma c’è una buona ragione per insistere. Come ti ho già detto più volte, il tono di voce non è solo un dettaglio: è quell’elemento che fa la differenza e rende la tua comunicazione riconoscibile anche da lontano. E chi non vorrebbe farsi riconoscere tra i mille contenuti che troviamo online?

Immagina di essere a una festa. Il modo in cui parli, le battute che fai, il volume della tua voce: tutto contribuisce a definire la tua personalità agli occhi di chi incontri. La stessa cosa avviene online: cosa scrivi, il modo in cui lo scrivi, le parole che scegli tra quattro che hanno un significato simile, raccontano molto di te e del tuo brand.

Quindi, eccomi qui oggi a raccontarti delle tipologie di tono di voce che esistono con le loro diverse caratteristiche.

Parleremo di come il tono giusto possa attrarre il pubblico desiderato, di come differenziarti dai concorrenti e di come comunicare in modo efficace il valore del tuo brand. 

Ciancio alle bande e incominciamo.

Due famiglie di tono di voce: formale e informale

Esistono tante declinazioni di tono di voce, che si modulano in contesti differenti (ti immagini comunicare dando del lei su Instagram?) e che possiamo racchiudere in due grandi famiglie:

  • tono di voce formale
  • tono di voce informale

Di quale famiglia è meglio fare parte? Dipende come sempre da obiettivi, pubblico, settore.

Il tono di voce formale è un tono di voce freddo, che mette distanza fra chi scrive e chi legge. Trasmette autorevolezza, solennità e non è un caso che venga usato in ambiti istituzionali. Un tono di voce formale infonde fiducia, ma se farcito di termini aziendalesi e burocratesi rischia di diventare soporifero.

Per esempio: L’Azienda vanta competenze di prestigio, tali da rispondere efficacemente ai bisogni del tessuto imprenditoriale.

Senti lo sbadiglio che sta arrivando?

Viceversa, il tono di voce informale è accogliente, caloroso, accorcia le distanze tra marchio e pubblico. Anche in questa situazione bisogna però fare attenzione a dosare bene le parole, usare frasi ultra colloquiali potrebbe farti apparire poco professionale.

Solo Zandegù, che ha una forte identità, un pubblico definito e un tono di voce super riconoscibile, può permettersi di avere un corso di questo tipo: Comunicare ganzo. Per scrivere testi più seducenti di Ryan Gosling senza maglietta.

Se non hai una personalità travolgente, se comunichi per attirare l’attenzione ma senza avere dietro un messaggio chiaro, corri il pericolo di non essere credibile.

Quindi?

Quindi mi sento di dirti che la sfida sta nel trovare il giusto equilibrio, raffinare e sperimentare finché non si trova il proprio tono: non esiste una risposta univoca nella scelta del tono di voce, ma mille sfumature e declinazioni che scaldano o raffreddano un messaggio. Se al mondo esistessero solo queste due tipologie di tono di voce – formale e informale – sarebbe più semplice creare contenuti, ma anche più monotono.

Per fortuna, abbiamo a disposizione più toni di voce, che derivano sì dal formale e informale, ma con sfumature differenti che sono proprio quelle di cui ti accennavo prima.

Tono di voce burocratico

Formalissimo. Spinoso. Difficile da comprendere perché pieno di tecnicismi e strutture intricate. Sconsiglio di usarlo, qualunque sia il contesto in cui ci si ritrova, proprio per evitare di complicare la vita al lettore. 

Un esempio: Ai sensi dell’art. 32 del D.Lgs. 50/2016 («Codice»), una volta divenuta efficace l’aggiudicazione, la stazione appaltante procede alla stipula del contratto nel termine di 60 giorni o nel diverso termine previsto dalla lex specialis. L’avvenuta aggiudicazione non esclude, tuttavia, l’intervento successivo in autotutela della Stazione appaltante, con la revoca dell’aggiudicazione

Chi ha capito il messaggio al primo colpo, alzi la mano. Questo tono è tipicamente impiegato in documenti ufficiali, leggi e regolamenti, dove la precisione e l’aderenza ai formalismi legali sono imperativi. Tuttavia, per comunicazioni volte a un pubblico più ampio e diversificato, può risultare eccessivamente ostico e distante, limitando di non poco la comprensione.

Un altro esempio: ​​Conformemente alle disposizioni vigenti previste dal regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati), l’utente acconsente al trattamento dei dati personali forniti, nei termini descritti.

Questo testo ci fa vedere l’uso del linguaggio burocratico nel contesto di una clausola di consenso per il trattamento dei dati personali, tipico di termini e condizioni o informativa sulla privacy. Anche questo testo ci mette in difficoltà.

Tono di voce istituzionale

Meno freddo del burocratico, formale, ma comunque lontano dal linguaggio comune. È ampolloso, fatto di periodi lunghi, usa l’impersonale e chi legge non viene chiamato in causa. Si informa la gentile clientela, il contribuente potrà inviare la documentazione, sono classici esempi di tono di voce che va in questa direzione. Sconsiglio anche qui ai piccoli brand. 

Questo tono si adatta meglio a comunicazioni ufficiali di enti pubblici o grandi organizzazioni, dove è necessario trasmettere autorità e formalità. Nonostante ciò, è essenziale bilanciare la formalità con l’esigenza di essere compresi da un pubblico variegato, evitando di risultare troppo distaccati.

L’Università di Perugia è lieta di annunciare l’avvio delle iscrizioni per l’anno accademico 2024-2025, invitando gli studenti interessati a presentare la propria candidatura entro il 31 maggio 2024. Per ulteriori dettagli, si prega di consultare il bando ufficiale disponibile sul sito dell’ateneo.

Questo esempio illustra il tono istituzionale usato in un annuncio accademico, mantenendo una certa formalità pur essendo diretto e informativo.

Tono di voce professionale

È un tono di voce neutro che diventa distaccato o accogliente a seconda delle parole scelte

Di solito chi scrive preferisce la terza persona e non cita mai il destinatario in modo diretto, come fa Westwing nella sua about page: Westwing offre le più esclusive soluzioni d’arredo per rendere ogni giorno più belle le case degli italiani. Ideale per aziende che desiderano comunicare serietà e affidabilità mantenendo una certa accessibilità. 

Questo tono è particolarmente efficace in settori come il B2B, la consulenza professionale e ovunque sia importante stabilire un rapporto di fiducia con il cliente o il partner commerciale, senza però rinunciare a una certa prossimità comunicativa.

Ancora: La Compagnia Soluzioni Innovative si impegna costantemente nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia per rispondere alle esigenze del mercato attuale. Il nostro ultimo prodotto, SmartSolution, rappresenta la punta di diamante della nostra offerta, garantendo prestazioni senza precedenti e affidabilità a lungo termine.

Questo esempio riflette il tono professionale adottato in una presentazione aziendale, dove si enfatizzano competenza e specializzazione.

Tono di voce colloquiale

È una modalità di comunicazione informale, che accoglie, mette a proprio agio, ama le forme semplici e la comprensione facile. Preferisce il tu e si rivolge direttamente al lettore

Benvenuto sull’outlet dei tuoi brand preferiti, perché non è soltanto questione di cosa indossi, ma come ti senti quando lo indossi è quello che scrive Privalia nella sua home page: chiaro, pulito, piacevole.

Oppure, inventato:

Ciao, hai già dato un’occhiata alla nostra ultima collezione? È tutto quello di cui avevi bisogno per rinnovare il tuo look estivo. Passa a trovarci o scopri tutto comodamente online. Ti aspettiamo!

Questo esempio, che potrebbe essere una comunicazione social o l’inizio di una newsletter, mette in evidenza l’approccio del tono di voce colloquiale, caratterizzato da un approccio amichevole e coinvolgente.

Tono di voce ironico

Giocoso, allegro, che lascia il segno, ma non alla portata di chiunque (io, per esempio, sono un disastro con le battute). Ti ho già riportato qualcosa della comunicazione di Zandegù, dai un’occhiata anche a Lush, capace di mettere il buonumore nelle giornate più storte.

Ok, dai ci provo anche io a scrivere un contenuto dal tono ironico: Slimmy è l’unica app che capisce la tua relazione complicata con la palestra: amore a prima vista a gennaio e già dimenticata a febbraio. Unisciti a noi per trasformare quel “dovrei andare” in “non vedo l’ora di andare” o, almeno, in un “non mi dispiace poi così tanto”.

Per approfondire

Bene, eccoci alla fine di questa panoramica sui diversi toni di voce. Se vuoi approfondire l’argomento in modo importante, ti consiglio di leggere il libro di Valentina Falcinelli “Testi che parlano. Il tono di voce nei testi aziendali”, da cui ho preso spunto per scrivere questo post. Se invece ti serve aiuto, parliamone: aiutarti sarà un vero piacere.

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Uso la scrittura per far incontrare brand e persone. Sorrido, cammino spesso scalza, non vivo senza scorte di zucca nel freezer. Sono come mi leggi.