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Scrivere, cioè pensare ai bisogni delle persone

Quando scriviamo dobbiamo pensare a chi c’è dall’altra parte dello schermo. Dobbiamo sforzarci di mettere da parte le complessità e creare contenuti dal calore umano, capaci di rispondere ai bisogni delle persone. Ma cosa intendiamo quando parliamo di bisogni?
Qui ci viene in aiuto Anthony Robbins, un formatore motivazionale esperto in sviluppo personale, con la sua teoria dei sei bisogni universali.

Cosa ci insegna Robbins

Secondo Robbins esistono sei bisogni universali, diversi da quelli della piramide di Maslow, che guidano i comportamenti umani. Questi bisogni influenzano le nostre scelte e determinano la direzione della nostra vita – laurearsi, lavorare in una grande azienda, sposarsi, costruire una famiglia, vivere in giro per il mondo.
In linea generale, abbiamo bisogno di:

  1. certezza > la tranquillità di sapere che cosa succede e di sentirsi al sicuro con un tetto sopra la testa e il frigo pieno di cose da mangiare.
  2. varietà > il desiderio di nuove avventure, nuove opportunità, nuove esperienze non programmate e che vanno fuori dalla routine quotidiana.
  3. importanza > la necessità di sentirsi speciali per qualcuno, di essere riconosciuti per le proprie qualità e caratteristiche positive.
  4. connessione > la voglia di sentirsi amati, fare parte di un gruppo e avere delle relazioni su cui contare (amore, amicizie, famiglia).
  5. crescita > l’ambizione di evolversi, di diventare delle persone migliori, di imparare cose nuove.
  6. contributo > la propensione a voler fare qualcosa per gli altri, per farli stare bene e aiutarli all’occorrenza.

Questi bisogni, dice Robbins, sono presenti in ognuno di noi, hanno una scala di importanza diversa e sono sviluppati in modo più o meno consapevole.
Pensaci. Se fai un attimo mente locale tra le tue conoscenze, riuscirai di sicuro a individuare qualcuno con una o più di queste caratteristiche.
C’è chi, quando prenota una vacanza, organizza tutto nel minimo dettaglio per evitare ansie e stress, chi soffre della “sindrome da Peter Pan” e ha paura di assumersi più responsabilità, chi si sta buttando a capofitto nel lavoro per fare carriera, chi entra a far parte di un’associazione e dedica il suo tempo libero a una causa che ritiene importante.

Dalla teoria alla pratica

Arriviamo al sodo: cosa c’entra tutto questo con la scrittura? Perché dobbiamo conoscere la teoria di Robbins?
Ecco, se sappiamo quali sono i bisogni delle persone, possiamo creare dei contenuti più specifici in grado di rispondere a uno o più di questi bisogni.
Ad esempio: possiamo impostare il menu di navigazione di un sito web perché le persone che lo visitano si sentano a proprio agio e abbiano la sicurezza di trovare subito le informazioni senza impazzire nella ricerca (certezza). Possiamo stupire i nostri lettori – e farli sentire speciali –  pubblicando a sorpresa una guida gratuita di approfondimento su un certo tema (varietà, importanza). Possiamo creare una serie di tutorial superfighi sul nostro blog per trasmettere agli altri le nostre competenze (crescita). Possiamo inviare ai nostri clienti un sondaggio, ringraziandoli per averci scelto e chiedendo come migliorare la nostra offerta (contributo).
Questi sono solo alcuni suggerimenti, sono sicura che se ci rifletti bene riuscirai anche tu a trovare altri modi per rendere chi ti legge felice come chi non vede l’ora che arrivi la sera per vedere come prosegue la sua serie preferita su Netflix 😉

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Uso la scrittura per far incontrare brand e persone. Sorrido, cammino spesso scalza, non vivo senza scorte di zucca nel freezer. Sono come mi leggi.