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Quello che so sul mondo dei freelance

Freelance è una parola resa famosa da Ivanoe. Le libere lance erano avventurosi cavalieri al servizio del miglior offerente nei tornei medievali. Oggi sono avventurosi professionisti al servizio del mercato (con tutti i suoi pregi e difetti). Sono grandi protagonisti della dinamica del lavoro contemporaneo. E attraversano difficoltà che i dipendenti non si sognano neppure. Talvolta hanno soddisfazioni che i dipendenti non possono immaginare.” Luca de Biase

Sono libera professionista da quasi 5 anni e in questi 5 anni di cose ne sono successe parecchie. Porte che si sono aperte, portoni che si sono chiusi in faccia amaramente, serate passate davanti al PC per finire in tempo un lavoro, persone meravigliose che mi hanno incoraggiata a buttarmi e mi hanno capita, altre un po’ meno meravigliose, dai finti sorrisi pronte a (s)parlare alle spalle.
Sono contenta di come sta andando, di quello che sto costruendo, delle lezioni apprese, dei bocconi amari trangugiati senza neanche un bicchiere d’acqua a portata di mano.
Se dovessi fare delle considerazioni sul mondo dei freelance in base alla mia esperienza, ecco cosa ti potrei raccontare.

3 cose che ho imparato sul freelancing

  1. Gestire il proprio tempo, senza sensi di colpa. Organizzare le giornate lavorative non è sempre facile, soprattutto se lavori su internet e succedono mille cose al secondo: arrivano mail, notifiche sui social, si aprono conversazioni su Skype e via dicendo. Rimanere concentrati è tutt’altro che semplice e così succede che è quasi ora di pranzo e tu non hai ancora concluso le X cose che ti eri programmato. Ogni attività ha i suoi tempi: c’è un tempo per leggere le mail, uno per scrivere un testo (senza distrarsi dal resto), uno per le riunioni, uno per le pause. Le pause sono importanti. Quando ho aperto p.iva mangiavo spesso al PC, lavoravo (anche) la sera, (anche) il sabato o la domenica. Ora le cose sono migliorate e ho capito che se voglio essere produttiva, invece di guardare il monitor con l’espressione da triglia tutto il giorno, ho bisogno di staccare.
  2. Dare valore alle proprie competenze. Tradotto: smetterla di farsi sottopagare. In passato ho fatto dei lavori per una cifra ridicola con la speranza di generare passaparola e trovare nuovi clienti. Ci poteva stare, ero una novellina sul campo e mi serviva  fare esperienza. Il problema è che poi le persone ti chiamano per un nuovo progetto e si aspettano di pagare QUELLA cifra, mentre tu devi fare i conti con gli F24. Ho capito con il tempo che è fondamentale dare il giusto prezzo al proprio lavoro: oltre a non dare valore alle tue capacità, rischi di confonderti con l’amico del cugino, quello che con 500,00 euro ti fa un sito fighissimo, ti scrive i contenuti e ti posiziona su Google.
  3. Sbagliare non è un errore. I fallimenti piccoli e grandi aiutano a crescere e migliorarsi. L’importante è mettere da parte l’orgoglio, ammettere a se stessi che si può sbagliare, chiedere scusa senza vergogna e andare avanti a testa alta.

3 cose che sto imparando

  1. Non posso fare tutto. Il mio ragazzo mi dice che non sono una donna bionica (davvero?!) e ha ragione. Ho la tendenza a voler fare troppe cose, mettere subito in atto nuove idee/progetti/iniziative per paura di perdere il treno e così mi ritrovo a stressarmi inutilmente e a non godermi a pieno le piccole soddisfazioni ottenute. Sto cercando di mettermi dei paletti, di procedere un passo alla volta, senza per questo essere un bradipo.
  2. Il meglio è nemico del bene. Non l’ho detto io, ma Voltaire e anche lui ha ragione. Devo smetterla di voler fare tutto in modo impeccabile perché questo a volte non è possibile. La ricerca della perfezione non deve diventare una scusa per non agire o essere inconcludenti.
  3. Dire (veramente) di no. Non riguarda i lavori sottopagati, ma quelli che non fanno per me per vari motivi: il progetto non è nelle mie corde o non mi interessa, a pelle non c’è feeling col cliente, non ho tempo di seguirli. Su questo ci sto ancora lavorando.

Nota conclusiva

A tutti i freelance in erba che si stanno buttando in questa nuova avventura o l’hanno appena fatto, posso dire dalla mia esperienza, di non scoraggiarsi, di lavorare sodo e non avere paura di sbagliare (tanto capita). I risultati arrivano, eccome.
In bocca al lupo! 😉

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Uso la scrittura per far incontrare brand e persone. Sorrido, cammino spesso scalza, non vivo senza scorte di zucca nel freezer. Sono come mi leggi.